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Nella sofferenza si diventa unici, così come nella morte: nessuno può morire al nostro posto. Non siamo sostituibili; possiamo essere sostituiti nell'amore, nel lavoro, nell'adempienza di un compito, ma nella morte nessuno ci sostituisce. La morte e la sofferenza sono unici per ciascuno di noi. Allora l'esperienza del dolore è solo un'esperienza di separazione e un'esperienza individuale? Il libro di Giobbe ci dice di no. Pur essendo unici nel soffrire, l'esperienza del dolore può diventare un'esperienza di comunione, di relazione.